C’è un’opera letteraria che mi accompagna da quando la incontrai per la prima volta, ai tempi del liceo: ”Assassinio nella cattedrale” di Thomas Stearns Eliot.
L’autore riproduce nella forma della tragedia greca il conflitto – così ricorrente nella storia – tra Cesare e Dio, tra il potere del re e il ruolo del vescovo, in questo caso rappresentati dal re d’Inghilterra Enrico II e dall’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket. Ogni volta che il Natale si avvicina mi torna alla mente questo testo in particolare perché contiene – a mo’ di intermezzo tra le due parti della tragedia – la predica che l’arcivescovo tiene nella notte di Natale, poche ore prima di essere trucidato dai sicari in nome del re.
Sono parole che esprimono bene il mistero di quello che avviene in quella santa notte.
“Voglio soltanto che consideriate e meditiate il profondo significato e il mistero delle nostre Messe del giorno di Natale. In questo medesimo momento, unico in tutto l’anno, noi celebriamo insieme la Nascita di Nostro Signore e la Sua Passione e Morte sulla Croce”.
In questo passaggio dell’omelia c’è il cuore del Natale. La gioia per la nascita di Cristo, un fatto vero accaduto in una terra ai margini del grande impero romano, nel corso di una notte, di cui non conosciamo l’ora e, con precisione, neppure l’anno. Un fatto storico da cui il mondo, che non se ne era neppure accorto (“venne in casa propria e i suoi non lo riconobbero”), sarà profondamente cambiato fino al punto che è da quella notte che abbiamo iniziato a misurare il tempo e la storia.
Ma nel Natale c’è anche l’altro aspetto. Molti artisti hanno dipinto Gesù e il cugino Giovanni, bambini: sempre nel quadro è presente la croce, perché quella nascita prevede già la Via Crucis e il paradosso – come acutamente rileva Eliot – è che nella Messa di Natale noi “festeggiamo” la presenza reale di Gesù, riviviamo concretamente la Sua passione proprio mentre celebriamo con gioia la sua nascita. È il continuo duello tra la morte e la vita che il Credo degli apostoli esprime nella sua essenziale semplicità “nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato…”
Questa è l’importanza del Natale per i cristiani, memoria viva di un fatto reale che realmente si ripete oggi; desta stupore la superficialità con cui si pretende di scoraggiare la Messa natalizia (Messa “della Notte” non di mezzanotte e che ha una liturgia diversa da quella del mattino presto della domenica, “Messa dell’aurora” e della “Messa del giorno”, tre riti diversi che arricchiscono la celebrazione del mistero).
Chiunque può verificare che il rispetto delle norme di igiene e sanificazione è nelle chiese mantenuto più che in molti altri luoghi mentre un mix di prudenza e di paura tiene ancora diverse persone lontane dalle chiese, il che non è un buon segno perché penalizza la dimensione comunitaria, essenziale per il cattolicesimo.
Ma oggi dobbiamo anche constatare che l’Unione Europea (andando oltre i limiti del suo potere) tende a scoraggiare la celebrazione delle Messe a Natale e che i governi restringono gli spazi della familiarità, da noi come in diversi Paesi. C’è chi reagisce, così in Francia, sulla rivista cattolica “France Catholique” possiamo leggere parole chiare:
«Se la libertà religiosa ha un senso è quello di dare alla fede il suo spazio di espressione piena. Spazio che permette di esprimere quella che potremmo chiamare la differenza eucaristica. Differenza ignorata dal linguaggio comune perché è il risultato di quella rivoluzione assoluta costituita dal misterodell’incarnazione. Mistero di Dio divenuto uomo che offre la sua vita per la salvezza del mondo e che si dona come cibo perché tutti vivano della carne stessa di Cristo. Sì, questa differenza è insopportabile agli occhi del mondo ma deve essere affermata a tempo e fuori tempo».
Molti tra quelli che ci governano in Italia e in Europa sembrano invece guardare alla Chiesa cattolica semplicemente come a un’associazione, culturale, di volontariato o come a un ente assistenziale: forse noi cristiani abbiamo anche contribuito a lasciare che questa immagine si affermasse.
Penalizzare la presenza fisica della Chiesa non solo la colpisce al cuore (la “viralizza” per usare un termine di Francesco) ma priva la società intera di qualcosa di essenziale. Così «sottraiamo alla società (…) ciò che obiettivamente è indispensabile per essa: le basi spirituali della sua umanità e della sua libertà. La sola forza con cui il cristianesimo può farsi valere pubblicamente è, in ultima analisi, la forza della sua interna verità. Questa forza è però oggi indispensabile come sempre, perché l’uomo senza verità non può sopravvivere. Questa è la speranza sicura delcristianesimo».(Ratzinger, 1985)
Appare chiaro che dietro al dibattito sull’orario delle Messe natalizie si nasconde un tema più importante, quello dello spazio di libertà per la fede cristiana nelle nostre società contemporanee. E si vede piuttosto bene, purtroppo, che esistono poteri che questo spazio lo vogliono restringere.
Ma Gesù continua a nascere e nasce anche quest’anno.
(Natività con adorazione dei pastori credit pixabay)